COMMENTO DELLA POESIA “LA PIOGGIA NEL PINETO” DI GABRIELE D’ANNUNZIO
PRIMA PARTE: STRUTTURA
Questa poesia è una canzone, con un ritornello che si ripete due volte. Il verso è libero con rime libere. Non rispetta nessuno schema metrico, per questo è una poesia molto moderna. Nonostante ció è molto musicale grazie alle rime e alle onomatopee.
SECONDA PARTE: SIGNIFICATO
Dal primo al diciannovesimo verso il poeta si trova in un bosco con una donna e la zittisce, improvvisamente inizia a piovere e i due non corrono a casa ma rimangono lì. Il poeta invita la donna ad ascoltare il rumore delle gocce che cadono intorno e sopra di loro.
Nel primo ritornello il poeta dice che piove sui loro volti, sulle loro mani, sopra ai loro vestiti leggeri, sull’anima loro “lavata” dalla pioggia. Sulla favola bella ovvero sulla loro storia d’amore che ieri illuse la donna e oggi illude lui.
Dal verso trentatré al verso sessantacinque il poeta fa ascoltare alla donna il rumore della pioggia che cade sulla vegetazione e il rumore ritmato delle gocce che cadono sulle foglie. Le fa ascoltare il rumore delle cicale, del vento e del cielo scuro. Le gocce della pioggia, sono come dita di un pianista che cadono su pini, ginepri, mirti e molti altri strumenti diversi creando una specie di sinfonia. Il poeta e la donna con la loro anima vivono la vita delle piante entrando nella natura. Il viso della ragazza diventa morbido come una foglia bagnata e i capelli profumano come fiori.
Dal verso sessantacinque al verso settantanove invita la ragazza ad ascoltare il rumore delle cicale che pian piano svanisce mentre la pioggia diventa più forte. Si sente il canto rauco delle rane che sale dall’oscurità. Il canto delle cicale diventa sempre di meno fino a scomparire, si continua a sentire solo un suono, ovvero quello delle gocce sulle piante.
Dal verso ottanta al verso novantacinque lo scrittore dice che non si sente nessun rumore oltre alla pioggia che croscia sugli alberi, ma il croscio varia a seconda della loro fronda più o meno folta. La cicala è muta, mentre la rana si sente in lontananza cantare, ma non si sa dove. Piove sulle ciglia della donna.
Dal verso novantasei al verso centoquindici il poeta dice che la pioggia cade sulle ciglia di Ermione e sembra che lei pianga di piacere e sembra una cosa sola con la corteccia di un albero. In loro c’è tutta la natura, il cuore sembra pesca, gli occhi sono come sorgenti, i denti sembrano mandorle. Vanno di cespuglio in cespuglio insieme o separati, gli arbusti robusti circondano le loro caviglie e le ginocchia non si sa dove.
Nel secondo ritornello il poeta parla alla ragazza dicendole che piove sui loro volti, sulle loro mani, sui loro vestiti leggeri lavando la loro anima, il giorno prima l’illuso era lui mentre oggi l’illusa diventa Ermione facendole capire che era semplicemente una illusione.
TERZA PARTE: TEMI E OPINIONI PERSONALI
Questa poesia è principalmente estetica, il linguaggio che il poeta usa “nasconde” il suo obbiettivo rendendola più affascinante per il lettore. Gabriele D’Annunzio con il suo linguaggio riesce ad ottenere ciò che vuole e a distinguersi dal resto della gente così diventando un superuomo.
Secondo me, questa poesia è molto bella ed affascinante, mi piace molto il modo in cui Gabriele D’Annunzio si esprime, anche non avendo un significato vero e proprio questa poesia mi è piaciuta particolarmente.
Brava. Bello il tuo blog!
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